
Sit in per Cesare Battisti dinanzi al carcere di Rossano di Cosenza: secondo la sinistra l’ex Pac sarebbe vittima di soprusi e di vendetta dello Stato nei suoi confronti.
PerĀ Cesare Battisti, che continua a lamentarsi delle condizioni della sua detenzione (anche dopo il recente trasferimento),Ā di terroristi islamiciĀ che ce l’avrebbero con lui e di ingiustizie di vario genere, ma che d’altro lato colleziona sanzioni disciplinari per violazioni delle norme carcerarie, ĆØ pronto un sit in.
Dinanzi al penitenziario di Rossano a Cosenza, dove ĆØ detenuto l’ex membro deiĀ PacĀ (Proletari armati per il comunismo), la prossima domenica 25 ottobre ĆØ infatti in programma una manifestazione con lo scopo di chiedereĀ “DignitĆ per tutti i detenuti”.Ā Il sit in, ancora in attesa di autorizzazione, ĆØ stato organizzato dall’avvocato Adriano D’Amico, consigliere comunale di San Demetrio Corone e membro del Comitato politico provinciale di Rifondazione comunista di Cosenza e da Francesco Saccomanno, ovvero il segretario provinciale di Rifondazione comunista di Cosenza.
D’Amico ricorda sulla sua paginaĀ Facebook, nella quale vengono spiegate le motivazioni alla base della manifestazione, l’articolo 27 della Costituzione italiana:Ā “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanitĆ e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Fin dalle fasi introduttive del manifesto del sit viene perorata la causa di Battisti, che sarebbe secondo i suoi sostenitori vittima diĀ “soprusi”Ā e diĀ “privazioni”, mentre lo Stato nei suoi confronti starebbe attuando unaĀ “vile e inutile vendetta”Ā e dovrebbe occuparsi di restituireĀ “dignitĆ ”Ā all’ex terrorista dei Pac.
Lo stesso Battisti che nella casa circondariale di Rossano si ĆØ giĆ reso in più di un’occasione protagonista diĀ violazioni delle norme carcerarie, a causa delle quali ha accumulato almeno 37 giorni diĀ punizioneĀ in un lasso di tempo ridotto. Prima l’aggressione verbale nei confronti di un ispettore di polizia penitenziaria, poi il rifiuto di abbandonare i locali adibiti alla quarantena anti-Coronavirus, infine la telefonata ad una donna dopo aver richiesto di comunicare col fratello. Di certo non un atteggiamento collaborativo da buona condotta.
“La richiesta di aiuto che giunge forte dal super carcere di Rossano ci ha fatto incontrare nei giorni scorsi per discutere di diritti e dignitĆ dei detenuti”, spiega D’Amico, come riportato daĀ AdnKronos.“Le privazioni ed i soprusi subiti da Cesare Battisti, emerse dalle sue dichiarazioni riportate dai media nazionali e locali, sono comuni, purtroppo, a moltissimi detenuti italiani, che a discapito della citata Carta Costituzionale sono costretti in uno spazio vitale ai minimi termini di sopravvivenza; all’ozio forzato in una cella che il più delle volte non rispetta i canoni di legge; sprovvisti molto spesso di suppellettili indispensabili, quali, ad esempio, un computer o dei francobolli, che consentirebbero al detenuto di continuare a vivere oltre la dimensione disumana del carcere e comunicare con i suoi cari”.
Insomma l’ex terrorista da carnefice divieneĀ vittimaĀ dello Stato, specie nel momento in cui, pur essendo stato autore diĀ “numerosi libri pubblicati in Italia e all’estero”Ā gli si impedisce l’uso del computer,Ā “ritenendosi, provocatoriamente ‘che non risulta alle autoritĆ una sua professione che implichi la disponibilitĆ del computer o di altro materiale didattico’, ĆØ evidente che gli si vuole impedire di interagire con le istanze esterne, culturali e mediatiche, che potrebbero fargli guadagnare il consenso di democratici e garantisti”. Dunque lo Stato starebbe mettendo a tacere l’ex Pac per impedirgli di guadagnare consenso pubblico, questa la teoria dei sostenitori di Battisti.“Se cosƬ non ĆØ, si diano segnali altri, diversi; si ridia dignitĆ a Cesare Battisti ed a tutti i detenuti italiani; che possano scontare la loro pena secondo le regole e le leggi dello Stato, senza subire da questi, dallo Stato, una vile ed inutileĀ vendetta“.
Il carcere deve puntare alla rieducazione del condannato, e ciò non avviene per i firmatari della manifestazione in programma il prossimo 25 ottobre:Ā “FinalitĆ introdotta per salvaguardare la dignitĆ umana quale diritto fondamentale dell’uomo in quanto tale. Sulla scorta di queste brevi ma sentite considerazioni, vi invitiamo al sit-in che si terrĆ innanzi il super carcere di Rossano”, conclude la nota.
Fonte: ilgiornale.it