
Qualche anno fa due ragazzini tedeschi, oggi maggiorenni, hanno fatto un brutto scherzo al Re di Thailandia che girava in bicicletta per le strade di Erding, un paesino vicino a Monaco di Baviera.
I due amichetti si sono appostati dietro una siepe ed hanno sparato dei colpi di gomma contro un gruppo di ciclisti tra cui c’era il Re.
Nella Costituzione Thailandese c’é scritto Sua Maestà deve essere lasciato al trono reale ed essere oggetto di riverente adorazioni e non potrà essere oltraggiato.
Chi lo fa si becca, come avvenuto nel 2017, trentacinque anni di carcere perché è reato creare un falso profilo Facebook allo scopo di attaccare la corona.
Torniamo nel territorio italiano ed alla Costituzione delle Repubblica in cui c’è scritto che i lavoratori vanno tutelati, che il pensiero può essere liberamente manifestato, che i lavoratori hanno diritto di aderire alle organizzazioni sindacali.
L’OSAPP ha canali di comunicazione autentici, scrive note sindacali, accoglie le rivendicazioni del personale – vedi da ultimo quelli sui mancati protocolli operativi, sulle bodycam o sulla vicenda della indennità di presenza – , effettua segnalazioni agli organi di Governo, ai Grupppi Parlamentari.
E viene tra l’altro da chiedersi: “ma whatsapp e gli altri canali di comunicazione con il Personale li abbiamo solo Noi? Solo Noi vediamo ed ascoltiamo quello che accade negli istituti penitenziari ogni giorno? Solo Noi prediamo continuamente coscienza, nostro malgrado, di quanto il Personale si senta abbandonato e perduto tra sovraccarichi di lavoro oltre misura, aggressioni e denunce penali?”.
Ma l’Amministrazione cosa vede, cosa fa? Al Dap hanno la “sala situazioni” che però funziona a scartamento ridotto…molto ridotto e parziale a quanto se ne dice. Avrebbero anche il Gusweb per vedere le crescenti assenze del Personale per malattia e…disagio…ma per chi comanda è solo statistica.
Alcuni vertici invece, titolari di poteri sovrani di natura amministrativa, si inchiodano ai braccioli della loro poltrona, riempiono d’aria i polmoni e si chiudono in se stessi condannando senza appello “le relazioni sindacali” all’ergastolo per LESA MAESTA’ BUROCRATICA.
Ed è un po’ come diceva il Marchese del Grillo: “io so’ io e voi non siete un ca…..” perché il potere che impregna i corridoi si fa assoluto, infallibile nelle decisioni e nella ricorrente mentalità pressochè inappellabile anche se si pagano centinaia di migliaia (milioni?) di euro di condanna alle spese e altro nelle controversie ingenerate, che tanto la Corte dei Conti prima che senta e veda siano tutti morti e sepolti…altro che bavaglio sul PNRR.
Il loro codice d’onore – perché il reato di lesa maestà burocratica è un po’ come i delitti d’onore di cui la cronaca calabrese e siciliana ci offre un repertorio che ha ispirato Fellini ed altri autori – travalica il Palazzo di largo Daga e si impone nei provveditorati e le direzioni dove i funzionari preposti alle Direzioni in attesa di essere nominati Dirigenti Generali si dolgono dei comportamenti dei loro sudditi che osano contestare e lamentarsi.
Che tanto per questa “gentaglia”, cioè Noi, non va bene mai niente, neanche ciò che inequivocabilmente va male e che denota palesi incapacità, oltre che disagi per chi lavora oggi senza tutele, almeno fino a quando altri per qualche “favoruccio”/tessera in più preferiranno assecondare e tacere.
LEO BENEDUCI
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