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Morti in carcere, si va verso l’archiviazione

La Procura non ravvisa colpevoli per i decessi dovuti a overdose di metadone di 8 detenuti. Resta aperto solo il fascicolo di Piscitelli-

La Procura di Modena ha chiesto l’archiviazione per otto dei nove casi di decesso relativi alla maxi rivolta in carcere dello scorso otto marzo. La richiesta è stata depositata martedì e risulterebbe essere particolarmente articolata. Settanta pagine in cui vengono ripercorsi i momenti ‘ad alta tensione’ avvenuti in carcere quel giorno; dalle motivazioni che avrebbero portato alla rivolta all’assalto alla farmacia del Sant’Anna per arrivare ai drammatici decessi: cinque all’interno del penitenziario modenese e quattro durante il trasporto in altri istituti. Resta escluso invece dalla richiesta di archiviazione il fascicolo relativo al detenuto Salvatore Piscitelli. Parliamo del 40enne originario di Saronno – conosciuto come Sasà – a seguito della cui morte cinque detenuti hanno presentato un esposto per denunciare, in primis, omissione di soccorso nei confronti dell’uomo. Piscitelli è deceduto nel carcere di Ascoli Piceno dove era stato trasferito da Modena nelle ore concitate della rivolta. L’autopsia ha confermato come la morte di Sasà sia avvenuta – come le altre – a causa di overdose da metadone ma ci sono anche le testimonianze di cinque detenuti, appunto, sentiti poco prima di Natale in procura a Modena come persone informate sui fatti che raccontano di come il 40enne sia morto dopo una giornata di sollecito di interventi sanitari che mai sarebbero avvenuti. “Emetteva versi lancinanti – hanno dichiarato i cinque detenuti – è stato chiesto più volte l’intervento di un medico ma non è stato fatto nulla. Quella mattina la risposta è stata: ‘Fatelo morire’. Piscitelli è morto nel letto della cella eppure hanno scritto che è deceduto in ospedale”, hanno testimoniato poi i cinque firmatari dell’esposto. A promettere battaglia è il Comitato Verità e Giustizia per la strage di S. Anna. Nel corso di un presidio i membri del comitato hanno spiegato come la versione fornita dalle forze dell’ordine non convinca e sia intessuta di contraddizioni ed omertà. Il Comitato ha quindi chiesto al sindaco la convocazione di un consiglio comunale straordinario per l’ 8 marzo e ha confermato la mobilitazione nazionale per il prossimo sette marzo.

“Faremo una mobilitazione nazionale – spiega la portavoce Alice Miglioli – quello che come comitato intendiamo denunciare è che non è emerso tutto quello che è accaduto: alcuni carcerati sono deceduti durante il trasporto, occorre far luce sulle responsabilità di chi non ha fatto i controlli medici”. “L’associazione Antigone – afferma Claudio Paterniti, ricercatore della stessa associazione – sta valutando, per alcuni decessi ovvero quelli avvenuti durante la traduzione in altri penitenziari, l’opposizione alla richiesta di archiviazione”.

 

 

Fonte: il restodelcarlino.it – Valentina Reggiani

Redazione OSAPPoggi

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