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Detenuto sale sul tetto del Carcere di Biella. Gravissima responsabilità della Politica e del DAP

Ieri 3 maggio 2024, un detenuto straniero ristretto presso il carcere di Biella, per protesta, si è arrampicato sul tetto del carcere per poi, di li a poco desistere convinto dal locale personale di Polizia Penitenziaria.
Nel frattempo si era reso necessario anche l’intervento mediante un’autoscala da parte dei Vigili del Fuoco. A denunciare l’episodio è l’O.S.A.P.P. – (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Dott. Leo Beneduci che afferma: “Prosegue il circo delle carceri Italiane con l’istituto penitenziario di Biella in testa e nonostante che in tale sede prestino servizio unità di Polizia Penitenziaria che, oltre allo stipendio ‘ordinario’ percepiscono, caso pressochè unico nel panorama delle carceri italiane per durata nel tempo ed ingentissima spesa complessiva, un’indennità forfettaria di missione pari a 110 euro al giorno e con prestazioni straordinarie che esorbitano quasi del doppio quelle degli altri istituti di pena, nonostante che il carcere di Biella abbia una capienza del 60% superiore a quella attualmente occupata dalla popolazione detenuta, anche in tale aspetto condizione irripetibile nelle altre carceri del Piemonte e sull’intero territorio nazionale che toccano punte di sovraffollamento anche del 40/50%”
“Malgrado ciò e condizioni di indubbio privilegio organizzativo – prosegue il sindacalista – nel carcere di Biella continuano a verificarsi eventi critici e proteste da parte della popolazione detenuta, a dimostrazione di condizioni di vivibilità interna tutt’altro che ideali”
“Rispetto, quindi, a condizioni che destano invidia e sorpresa nel panorama penitenziario nazionale – conclude Beneduci – se la responsabilità ‘morale’ può ascriversi alla politica che assai spesso ed indebitamente fa del carcere motivo di propaganda elettorale, le responsabilità di carattere gestionale ed economico vanno ascritte a chi dell’Amministrazione penitenziaria centrale, in luogo degli opportuni controlli e dell’equa distribuzione delle risorse, soggiace supinamente a tale modalità di evidente inefficacia e sperequazione, per cui è logico attendersi che la magistratura ordinaria e contabile facciano debita chiarezza.

 

 

Redazione OSAPPOGGI.it

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