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Favori ai detenuti di Rebibbia: indagati in 9, anche la sorella di Fabrizio Diabolik Piscitelli. È dipendente del ministero della Giustizia

Angela Piscitelli è indagata dalla procura di Roma, insieme ad altre 8 persone, per presunti favori e agevolazioni ai detenuti. Il suo ufficio al ministero è stato perquisito dai finanzieri su richiesta del pm Carlo Villani. Le accuse, a vario titolo, vanno dalla corruzione fino alla truffa e al possesso di stupefacenti.

Fabrizio Piscitelli, meglio conosciuto come ‘Diabolik’, aveva una sorella dipendente del ministero della Giustizia. Angela Piscitelli adesso è indagata dalla Procura di Roma, insieme ad altre 8 persone, per presunti favori e agevolazioni ai detenuti del carcere di Rebibbia. La notizia è riportata questa mattina da Il Messaggero. Capo indiscusso degli Irriducibili, principale gruppo ultrà della Lazio ormai sciolto – che vanta diversi membri con precedenti – se non fosse stato ucciso il 7 agosto 2019, Diabolik sarebbe stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta ‘Grande raccordo criminale’, per essere a capo di una vasta struttura dedita al traffico internazionale di stupefacenti; sempre successivamente alla sua morte, la Dda di Roma ha appurato come Fabrizio Piscitelli abbia svolto il ruolo di “garante” nel 2017 per mettere pace fra i clan di Ostia.

L’inchiesta è partita del carcere romano di Rebibbia dopo l’arresto della direttrice della sezione femminile, Maria Carmela Longo, accusata di avere garantito favori a boss di clan storici detenuti nel carcere di San Pietro e Reggio Calabria, da lei guidati prima del trasferimento nella Capitale. Durante il suo mandato nella casa circondariale di via Tiburtina, sono avvenute una serie di evasioni e, nel dicembre scorso, era stato scoperto un giro di spaccio all’interno dell’istituto, con pasticche introdotte nella prigione durante le visite ai parenti. Episodio, quest’ultimo, che riporta a un frammento dell’inchiesta ‘Tom Hagen’, che vedeva proprio ‘Diabolik’ nelle vesti di garante: Fabrizio Piscitelli e Salvatore Casamonica fanno pervenire in carcere al boss Carmine Spada, detto ‘Romoletto’, un “pizzino” con l’esito della riunione, attraverso la visita di uno degli avvocati che lo assistevano.

 

 

 

Fonte: ilfattoquotidiano.it

 

Redazione OSAPPoggi

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