Le prime notizie frammentarie e discordanti sul tentativo di evasione ad Avellino gettano una luce sinistra sulla realtà carceraria italiana. L’impossibilità di accertare con precisione il numero dei detenuti presenti nelle strutture penitenziarie è solo la punta dell’iceberg di un sistema in caduta libera. Nel frattempo, il Personale riammesso in servizio dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere viene spedito lontano dalle proprie residenze, in quella che appare più come una punizione che una soluzione razionale. Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), tuona: “L’episodio di Avellino è la prova lampante del fallimento totale del nostro sistema carcerario. Non siamo più in grado di controllare chi entra e chi esce, figuriamoci cosa accade all’interno delle mura.” Beneduci afferma senza mezzi termini: “Viviamo in un mondo capovolto, dove i detenuti dettano legge e gli agenti sono ridotti all’impotenza. Ad Avellino, un pugno di poliziotti doveva gestire l’intero carcere. È una follia!” Il Segretario Generale dell’OSAPP sottolinea con rabbia: “Il carcere di Avellino è diventato un circo, con comandanti che vanno e vengono e ispezioni inutili che non risolvono un bel niente. Intanto, le celle pullulano di armi e telefoni. Chi comanda davvero lì dentro?” Beneduci non si ferma e incalza: “Non illudetevi, Avellino non è un caso isolato. In questa settimana, le evasioni corrono di pari passo con i suicidi. Il carcere non è più un presidio di giustizia, ma una terra di nessuno dove lo Stato ha alzato bandiera bianca.” Con tono accusatorio, il Segretario conclude: “L’amministrazione penitenziaria è miope e incompetente. Invece di mandare rinforzi dove servono, punisce il Personale spedendolo a centinaia di chilometri da casa. È questa la loro idea di gestione? Il sistema è al collasso, la società a rischio.