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Targa commemorativa per Emilio Campolo nel carcere di Reggio Calabria

Targa commemorativa per Emilio Campolo. Il Soroptimist Club di Reggio Calabria ha infatti donato la targa alla direzione dell’istituto penitenziario di Reggio Calabria-San Pietro.

Nel corso della cerimonia, alla quale hanno partecipato la presidente, Francesca Crea Borruto, accompagnata dalle volontarie Conte, Quattrone e Lanucara, è stata scoperta la targa con la seguente dicitura: “In ricordo di Emilio Campolo, deceduto il 18 marzo 2021.Uomo generoso e professionista di elevatissimo spessore, che in questo Istituto penitenziario ha tracciato una parte di storia. Funzionario giuridico pedagogico, per oltre quarantadue anni ha profuso le migliori energie culturali ed umane per la riabilitazione ed il reinserimento nella società e nei circuiti di legalità delle persone provenienti dalle realtà penitenziarie. Ha sempre collaborato con grande sensibilità alle numerose iniziative del Soroptimst a favore delle detenute e dei loro figli.”

La Presidente ha ricordato le numerose iniziative svolte dal Club – nel solco del Progetto Nazionale “SI…sostiene in carcere” – a favore dei figli delle detenute a cui ha collaborato anche Campolo, come la creazione di un colorato Spazio Ludico per i bambini, la donazione di giocattoli ad ogni Natale, di libri, opportunamente scelti dalle socie docenti in relazione all’età, per l’Epifania e delle uova dell’AIL a Pasqua.

Alla cerimonia, a cui era assente per altri impegni il direttore, Calogero Tessitore, ha partecipato responsabile dell’area giuridico-pedagogica Domenico Speranza. Ha tratteggiato i tanti meriti umani e professionali di Campolo. “Emilio ha coltivato (tale aspetto, ndr) in parrocchia” e l’ha “affinata e portata ai massimi livelli nel suo ruolo di educatore, venendo a rappresentare per tutti i colleghi un esempio unico da seguire sia sul piano operativo e dei valori sia sul piano relazionale con i detenuti ed con i vari interlocutori con cui in questi anni ha avuto modo di collaborare: polizia penitenziaria, operatori sociali, volontari, figure istituzionali. La popolazione detenuta di entrambi i plessi ha manifestato una sentita vicinanza al dramma che ha colpito lui ed i suoi familiari. Sempre i detenuti hanno aderito a numerose iniziative in sua memoria producendo numerosi scritti, dipinti e partecipando a tornei di calcetto commemorativi”, ha detto Speranza.

Padre Carlo Cuccomarino, Cappellano degli Istituti penitenziari di Reggio Calabria, che ha benedetto la targa, si è soffermato maggiormente sugli aspetti e le qualità umane e religiose di Campolo, che è sempre stato vicino alla comunità religiosa della Chiesa del Soccorso di Reggio Calabria ed alla quale da pensionato si sarebbe voluto dedicare con rinnovato vigore.

Ha preso, quindi, la parola il Garante dei diritti dei detenuti della Città Metropolitana, Paolo Praticò, che, in qualità di amico, ha condiviso con Emilio Campolo gli ultimi suoi giorni di vita sociale, prima che la drammatica malattia prendesse il sopravvento. Praticò, accompagnato da Giuseppe Gentile, componente del suo staff, ne ha ricordato le capacità di mediazione, la pacatezza e l’efficacia nell’affrontare i tanti e talvolta seri problemi che si verificano nella comunità carceraria; insieme hanno promosso numerosi progetti di carattere letterario per i detenuti e le detenute ed alcuni hanno ottenuto anche riconoscimenti in concorsi nazionali.

Adriana Barillà, capo area dell’ufficio distrettuale esecuzione penale esterna, ha ribadito “le capacità di mediazione e di risoluzione dei conflitti che il collega Campolo nell’ambito dei lavori di rete con le altre figure istituzionali preposte all’osservazione e valutazione dei detenuti (assistenti sociali, psicologi, sanitari, operatori sert) sapeva porre in essere, costituendo in ciò un valido punto di equilibrio e di riferimento intorno al quale il dibattito tra le varie professionalità poteva infine trovare una convergenza efficace e produttiva”.

Stefano Fazzello, amico di infanzia che ha condiviso i trascorsi in parrocchia prima e l’esperienza professionale di educatore poi, ha evidenziato la qualità della persona, l’umiltà e la disponibilità all’aiuto ed all’ascolto che il collega sapeva sempre garantire, in ogni circostanza, sia nel lavoro che nella vita di tutti i giorni.

L’ultimo intervento è stato quello di Alessandro, il minore dei due figli. Alla cerimonia hanno presenziato anche tutti i funzionari che lavorano in Direzione, tra i quali Lorenzo Federico, amico e collega, con cui ha lavorato per quasi un trentennio, il responsabile dell’area Amministrativo Contabile, Antonino PolimenoFrancesca Calabrò, responsabile dell’area Segreteria. Ha assistito alla cerimonia anche una rappresentanza della Polizia Penitenziaria che ha sempre riconosciuto a Campolo un ruolo ed una funzione primaria all’interno dell’Istituto penitenziario di San Pietro.

 

 

Fonte: cn24tv.it

Redazione OSAPPoggi

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