Dopo 39 anni, le cause che hanno portato a questo incidente sono ancora incerte: tante ipotesi, tante verità ufficiali puntualmente smentite dagli addetti ai lavori. Ciò ha fatto crescere attorno alla vicenda un alone di mistero, il quale però non ha reso giustizia alle famiglie delle persone coinvolte nell’incidente.

Dalla pista francese a quella americana, passando per l’attentato terroristico. Negli anni della Guerra fredda, il coinvolgimento internazionale all’interno delle misteriose vicende italiane era all’ordine del giorno e Ustica si va ad aggiungere, assieme alle stragi degli Anni di piombo, a quei casi ancora irrisolti che tormentano giorno e notte la travagliata storia della Repubblica Italiana.

Sono ancora tanti i misteri che ruotano attorno a quello che, fino all’incidente di Linate, fu il più grave disastro aereo italiano.

Ad infittire il mistero, oltre ovviamente alle indagini parallele condotte dai giornalisti (su tutti Andrea Purgatori), ci sono le parole di Cossiga – il quale nel 2007 attribuì l’incidente ad un missile lanciato da un aereo militare francese il quale credeva che a bordo ci fosse Gheddafi – e la misteriosa telefonata di un militare alla nota trasmissione “Telefono Giallo” il quale riferì di uno scontro ravvicinato sui cieli di Ustica tra due F-14 francesi o americani e un Mig libico.

A questo proposito, meno di un mese dopo la strage di Ustica, sulla Sila fu ritrovata la carcassa di un Mig libico, probabilmente lo stesso di cui parlava l’ex aviere a Telefono Giallo. Questa è una delle tante ipotesi, confutate anche dalla polizia e dalle autorità, ma è al contempo forse una delle più verosimili, essendo anche sostenuta da militari ed ex militari come il caporale Filippo Benedetti. D’altronde, anche l’autopsia fa sorgere qualche dubbio, poiché il cadavere del pilota, secondo il professor Zurlo, era in avanzato stato di decomposizione da almeno 20 giorni. In poche parole, secondo quanto emerso dalle dichiarazioni del caporale e da quelle del medico, quell’aereo sarebbe stato abbattuto poco dopo la strage e rinvenuto un mese dopo.

Dopo 39 anni, quindi, quel “muro di gomma” non è ancora stato abbattuto e lo spirito di cameratismo che ha portato militari ed ex militari ad insabbiare le indagini non è stato ancora scalfito. Dopo 39 anni, quelle vittime e le loro famiglie non hanno ancora ricevuto nessuna giustizia.

daI IlFattoQuotidiano.it