COMUNICATO STAMPA OSAPP_ Presso la Casa Circondariale di Ascoli Piceno è in corso, a partire da oggi, uno stato di agitazione del Personale di Polizia Penitenziaria. La protesta, pacifica ma determinata, consiste nell’astensione dalla mensa di servizio ed è stata avviata dagli Agenti dell’Istituto dopo l’ennesimo silenzio da parte delle istituzioni competenti, nonostante i numerosi allarmi lanciati nel tempo dall’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria). La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la perdurante indifferenza mostrata dal PRAP (Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria) e dal DAP di fronte a una situazione ormai ingestibile. Su 140 unità in organico – tra agenti, sovrintendenti e ispettori – circa 60 risultano fuori servizio a causa di aggressioni, patologie da stress cronico o altre problematiche direttamente correlate alle estenuanti condizioni di lavoro. Si segnalano turni che arrivano fino a 12/16 ore consecutive e la necessità per un singolo agente di ricoprire anche quattro postazioni contemporaneamente. Tra le richieste più urgenti e non più differibili:
- La chiusura immediata della Sezione ATSM (Articolazione Tutela Salute Mentale) che, come più volte denunciato, non possiede i requisiti strutturali e funzionali minimi per ospitare detenuti con problematiche psichiatriche, con gravi conseguenze per l’ordine e la sicurezza dell’Istituto.
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Il trasferimento tempestivo dei detenuti responsabili di reiterate aggressioni contro il Personale, secondo quanto già previsto dalle circolari DAP( Dipartimento Amministrazione Penitenziaria).
Il Segretario Generale dell’OSAPP, Leo Beneduci ha così tuonato in merito alla gravissima situazione in cui versa ormai da un tempo non più definito il carcere ascolano: “Quanto sta avvenendo ad Ascoli Piceno rappresenta un drammatico esempio di abbandono istituzionale nei confronti della Polizia Penitenziaria. Da troppo tempo i Colleghi sono lasciati soli a gestire situazioni limite, aggravate dall’assenza di supporto, carenze strutturali e turni di lavoro disumani. È inaccettabile che uno Stato civile tolleri che uomini e donne in uniforme vengano esposti quotidianamente a così gravi rischi per la propria salute fisica e mentale senza alcuna forma di tutela concreta. L’OSAPP chiede interventi immediati e risolutivi: la protesta in corso non è solo legittima, ma inevitabile di fronte a un silenzio che è diventato complice di un sistema al collasso”.
OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP