Nel carcere di Augusta-Brucoli, parte nord della provincia di Siracusa, entravano droga e telefonini. E a introdurli era un agente di polizia penitenziaria. Lo hanno scoperto gli stessi suoi colleghi; la Guardia di finanza ha quindi compiuto gli accertamenti per conto della Direzione distrettuale antimafia della procura di Catania e ora il gip ha firmato l’ordinanza per 16 persone, 15 delle quali detenute e una finita ai domiciliari.
Le accuse, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente nel carcere di Augusta-Brucoli all’associazione per delinquere finalizzata all’indebito procacciamento di apparati telefonici per i detenuti della stessa casa circondariale, alla corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai doveri di ufficio.
Tra le persone arrestate c’è, ovviamente, anche l’agente della Penitenziaria, il sovrintendente Michele Pedone, 51 anni; in cambio di denaro si occupava di portare nel carcere la droga, i telefonini e le Sim per farli funzionare. Stando agli investigatori l’uomo, «individuato anche grazie al contributo fornito dal gruppo di comando del carcere di Augusta, godeva all’interno dell’istituto di connivenze e coperture sulle quali sono in corso ulteriori accertamenti».
Un’altra degli arrestati, Giovanna Buda, 31 anni, si occupava di procurare all’esterno del carcere i telefonini mentre a gestire traffico di droga e telefoni erano due detenuti, Dario Giuseppe Muntone, 35 anni, e Luciano Ricciardi, 31, che utilizzavano a loro volta telefonini per fare arrivare all’esterno del carcere le loro richieste e gestivano la cassa dell’organizzazione. In carcere entrava ogni tipo di droga: cocaina, marijuana, hashish, skunk. Componenti dell’organizzazione che erano fuori dalla casa circondariale si occupavano di reperire la droga e i telefonini. Uno in particolare, Michael Cusmano, 20 anni, l’unico finito ai domiciliari, si riforniva da Santo Riolo, 39 anni, e Michael Sanfilippo, 21; la droga era confezionata in dosi da una donna, Rosaria Buda, 36 anni, che poi la custodiva prima di consegnarla a chi doveva portarla nel carcere, cioè il sovrintendente della Penitenziaria. Tra le persone arrestate ci sono anche i detenuti, almeno sette, che lo hanno acquistato in carcere per cederlo a loro volta ad altri detenuti. Le indagini sono partite nel settembre dello scorso anno.
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Fonte: lastampa.it
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