
di Leo Beneduci_ Non lo so se è colpa dell’intelligenza artificiale o dell’inadeguatezza argomentativa. Finché qualcuno in un comunicato sindacale confonde qualifiche con gradi o indica norme inconferenti poco importa sul piano dell’operatività della polizia penitenziaria, anche se è indicativo di una sciatteria culturale preoccupante. Ma quando i vertici del DAP, dei PRAP e i Direttori d’istituto si affidano a collaboratori che usano maldestramente l’Intelligenza Artificiale o esprimono la loro inadeguatezza argomentativa e autoreferenziale andando a copiare testi da vecchie dispense senza leggerli, la situazione diventa veramente pericolosa. Pensate: procedimenti disciplinari istruiti con l’ausilio dell’IA che diventa I.A. – Istruttoria Arbitraria di chi li avvia, ordini di servizio, circolari generate automaticamente e firmate senza controllo. Il rischio – di cui abbiamo già avuto sentore vedendo circolare atti e bozze incomprensibili unitamente a procedimenti disciplinari completamente fondati sulla lesa maestà – è un’accozzaglia di errori che cambiano completamente il significato e i termini delle questioni amministrative. L’Intelligenza Artificiale, il cui uso dovrebbe essere nella prospettiva di un’amplificazione delle capacità di interazione tra uomo e macchina, un po’ come avveniva con la calcolatrice, commette questi errori perché non comprende il contesto italiano. Un detenuto diventa custode, un dirigente generale si trasforma in generale dirigente perché l’IA non conosce l’assetto amministrativo del nostro sistema e attinge spesso dalla terminologia militare anglosassone. Quando l’IA incontra “Director General” lo traduce come “Generale Direttore” pensando a un grado militare, invece del corretto “Dirigente Generale” che indica una funzione amministrativa. Allo stesso modo, “prisoner” può diventare “custode” invece di “detenuto” perché la macchina confonde i ruoli all’interno del sistema penitenziario, non distinguendo tra chi è rinchiuso e chi svolge funzioni di polizia. Ma il peggio è che questi I.A.F. – Imbottigliatori di Aria Fritta – firmano quello che non hanno mai letto. Non è l’IA la responsabile di questi disastri ma l’imbecillità amministrativa di chi la usa male. Delle due l’una: o non sanno usare la tecnologia o non sanno proprio pensare, parlare, scrivere e argomentare. Non è una questione priva di significato perché chi è in trincea si ritrova tempestato di procedimenti disciplinari redatti male, chi frequenta corsi a vario livello riceve contenuti inadeguati. Esiste un cancello in una scuola di formazione per insegnare ai figli dell’era digitale come si usa una chiave (nelle serie TV i cancelli sono automatici), esiste la replica di una cella per spiegare come si effettua una perquisizione? Quindi se qualcosa vi sembra strano o sbagliato, non dubitate delle vostre capacità: probabilmente lo è davvero e non esitate a farcelo notare. Forse gli esperti dei gruppi di lavoro sottobanco hanno usato l’IA che ha generato persino l’ordine illegittimo di guadagnare la via di fuga e gridare aiuto in caso di emergenza: l’IA non sa che l’articolo 54 del codice penale italiano stabilisce espressamente che i poliziotti penitenziari non possono invocare lo stato di necessità e quindi l’ordine di abbandonare il posto di servizio è illegittimo sia per il codice penale che per la legge 395/1990. Magari l’IA ha attinto da altri contesti di lavoro e se non si sta attenti prescrive in un protocollo di usare l’uscita d’emergenza che in carcere non c’è. L’OSAPP continuerà a tutelare tutti gli appartenenti al Corpo, monitorando con attenzione l’indolenza del DAP di ogni livello, che permette queste pratiche pericolose. Non possiamo consentire che la pigrizia di alcuni metta a rischio la sicurezza della Polizia Penitenziaria e la legalità delle azioni/iniziative dei Colleghi. L’OSAPP c’è e ci sarà sempre per difendere chi lavora con costanza e abnegazione sul campo.
In quanti possono affermare la stessa cosa?
Fraterni saluti a tutti.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP