
Mentre il sistema penitenziario implode e implora stabilità e competenza, al DAP si gioca a “fantacomandante” (ebbene si) – il nuovo passatempo dove i vertici degli istituti cambiano con la stessa frequenza delle stagioni. Ogni otto mesi, come un orologio svizzero (l’unica cosa che funziona con precisione), assistiamo al valzer delle poltrone. Il girone del momento è Piemonte, Lazio, Umbria…..
Nel frattempo, il nostro “caporale di giornata” si aggira nei corridoi di Largo Luigi Daga e di notte si affaccia negli istituti.
Stanno riscrivendo le regole dell’amministrazione penitenziaria ovvero stanno cancellando le poche di equità, trasparenza e buon governo che c’erano, senza che nessuno glielo chiedesse ma nella consapevolezza di poter fare e disfare a proprio piacimento che nessuno glielo avrebbe contestato.
Invero, non si capisce dove finisca il sindacato ispettivo parlamentare ed inizi quello governativo attraverso un rappresentante dell’esecutivo. Mah!
Forse c’è una questione in un aula parlamentare che riguarda l’esecutivo e il governo pensa di risolverla “di notte” andando a trovare i vertici di una struttura. Potevano invitarli a cena no?,
Egualmente in vita al Dap il “Fantaforfettaria”, dove vince chi indovina il prossimo fortunato beneficiario. Le regole sono semplici: non servono competenze, basta essere nel posto giusto al momento giusto. A Biella possono confermarlo.
Ma il catalogo degli errori è ricco.
Un Governo che nomina il Garante dei detenuti alla velocità della luce ma non trova il tempo per un Capo DAP definitivo.
Una Direzione Generale del Personale che colleziona sconfitte in tribunale come medaglie al valore.
Informatici che non sanno garantire un collegamento Teams (costringendo i vertici degli istituti a macinare chilometri ben oltre I limiti di velocità).
Regolamenti riscritti da chi li ha già sbagliati una volta, usando poi quella partecipazione come titolo per la promozione.
Il Direttore Generale dei beni e servizi che mantiene un religioso silenzio sulla palazzina 20 di via di Brava, mentre il responsabile detenuti e trattamento produce circolari perfette nella forma ma slegate dalla realtà come un romanzo di fantascienza.
Intanto, la trincea combatte. Combatte con il sovraffollamento, contro le mafie e la tossicodipendenza, con la carenza di personale, con risorse sempre più scarse. Ma al palazzo importa? Il dubbio è legittimo quando vedi coppie che si ricongiungono magicamente, promozioni che piovono dal cielo e competenze che diventano un optional fastidioso.
L’improvvisazione si è fatta sistema. L’incompetenza si è travestita da autorità. E noi? Noi assistiamo a questo teatro dell’assurdo dove i comandanti sono come le stagioni – sai quanto cambiano ma non sai mai cosa ti e li aspetta, soprattutto se fuori dal “cerchio magico” del gruppo di potere.
Per chi invece è dentro, qualsiasi cosa sia accaduta nei suoi istituti, un posto al Dap si trova sempre..
È questo il futuro che vogliamo per il nostro sistema penitenziario? Un sistema dove la competenza va in ferie e l’improvvisazione regna sovrana?
Con preoccupata e anche malcelata ironia assistiamo alle “scommesse” che nei corridoi del Dap si vanno moltiplicando sulla prossima promozione per meriti eccezionali del comandante del…..
Beati gli ultimi…
Un abbraccio come mille abbracci.
Leo BENEDUCI – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria