di Leo Beneduci_ Nel mare magnum e torbido dei problemi che affliggono il sistema penitenziario, galleggiano in superficie tanti “trentadue”. Non sono numeri casuali, sono codici di un fallimento sistemico. Nella smorfia napoletana il 32 è “’O capitone”, l’anguilla: viscida, sfuggente, impossibile da afferrare. Nella smorfia penitenziaria, invece, il 32 è il numero che ricorre in ogni norma disattesa, in ogni responsabilità elusa, in ogni comando che non comanda. E i provveditori regionali? Sono le anguille istituzionali, intrappolate – o meglio, mimetizzate – nel reticolato degli articoli 32. L’articolo 32 della legge 395/1990 ha creato i provveditorati regionali del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Dovevano essere il presidio territoriale, il motore operativo dello Stato. Sono diventati invece snodi burocratici autoreferenziali, dove la carriera conta più della funzione, e la funzione si dissolve nel nulla. Non affondano, non emergono: semplicemente galleggiano. Come il capitone. L’articolo 32 della legge 354/1975 impone ai detenuti di conformarsi al regime penitenziario. Ma chi garantisce che quel regime sia equo, applicato, rispettato? I provveditoranguille, troppo impegnati a schivare le responsabilità, a delegare, a navigare tra i detenuti come se fossero correnti da evitare, non da gestire. L’articolo 32 del DPR 230/2000 prevede sezioni speciali per detenuti violenti, presidiate da personale qualificato. Ma queste sezioni non esistono secondo i crismi normativi. I provveditori avrebbero dovuto allestirle, presidiarle, verificarle. Invece si sono dileguati. Come anguille. Hanno lasciato il personale esposto, i reparti scoperti, la sicurezza appesa a un filo. E poi c’è l’articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute. Quella che i poliziotti penitenziari mettono a rischio ogni giorno, in un sistema malato, dove il diritto diventa un miraggio e la tutela un lusso.
Il reticolato dell’articolo 32 è una trappola normativa: un labirinto dove le regole esistono, ma nessuno le percorre. Dove le responsabilità sono scritte, ma nessuno più se le assume. Dove il comando è una parola svuotata di senso. I provveditoranguille nuotano tra questi articoli, si insinuano tra le pieghe delle leggi, si nascondono dietro le interpretazioni. E il sistema penitenziario affonda, mentre loro galleggiano. E allora basta con le anguille. Servono i comandi regionali della Polizia Penitenziaria (non è necessario chiamarli proprio così qualora il nome crei disturbi ‘politici’) che siano veri, operativi, presenti e che vigilino sulla puntuale distribuzione di contingenti e risorse, che abbiano possibilità di intervenire se la sicurezza interna viene compromessa in danno o in dispregio del personale del Corpo. Ancore di salvezza per chi ogni giorno indossa la divisa, affronta le emergenze, regge il peso di un sistema che non li protegge. Comandi che non galleggino, ma agiscano. Che non interpretino, ma decidano. Che non si nascondano, ma rispondano. Il fallimento è nell’articolo 32 di ogni norma di settore vanificata. E non serve più chiedere “cosa dobbiamo fare?”. Perché la risposta è già scritta. E sta affogando sotto il peso degli articoli 32 che nessuno ha mai voluto davvero applicare. Noi dell’OSAPP lo affermiamo da tempo. Noi dell’OSAPP lo chiediamo, Noi dell’OSAPP conosciamo e denunciamo cause e conseguenze, così come le conoscono, valutano e subiscono ogni giorno i Poliziotti Penitenziari. Qualcuno ricordi che delle malefatte resta sempre traccia e che nulla dura in eterno. E qualcun altro si renda conto che è tempo di cambiare oltre alle persone che non operano come dovrebbero, se necessario, anche le leggi che non funzionano. Un fraterno abbraccio a tutti._ Nota per le redazioni_ Si autorizza la libera riproduzione del presente comunicato citando la fonte “OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria”. Interviste con il Segretario Generale OSAPP Leo Beneduci, disponibili previa richiesta, scrivere a osappoggi@gmail.com .
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP

