di Leo Beneduci_ L’Amministrazione Penitenziaria è in crisi. Non una crisi episodica, ma sistemica. Che non può più essere gestita con circolari, silenzi e deleghe in bianco. I Provveditori regionali, da troppo tempo, agiscono come sovrani assoluti e privi di controllo, nominati per volontà superiori (?) e pur non avendo manifestato particolari meriti o abilità nella precedente esperienza di direttori penitenziari. Complice una politica miope (ma le amicizie non si limitano al Parlamento) diventano intoccabili e incontestabili. Ma il tempo dell’infallibilità è oramai terminato e i danni non possono restare nascosti visto che i giornali ne sono ogni giorno pieni.
Certamente le scelta dei dirigenti generali dell’amministrazione penitenziaria è risultata utile nel tempo; utile per attribuire le responsabilità agli agenti, poi ai Comandanti, meglio se Dirigenti del Corpo e se del caso rimossi senza particolari patemi. Adesso, per esaurimento degli obiettivi possibili tocca ai direttori che, come abbiamo detto, non sono né fratelli né cugini della Polizia Penitenziaria, ma pur sempre indispensabili al corretto funzionamento delle carceri e che, infatti, non stanno funzionando. È un sistema che, giunto all’epilogo si auto fagocita, come Kronos con i figli. E a cosa servano veramente oggi i dirigenti generali dell’Amministrazione penitenziaria ben pochi oramai lo comprendono. I trasferimenti dei detenuti nei distretti sono spesso la maggiore causa dei disordini e violenze, gli organici come i fondi sono distribuiti in maniera inadeguata, la sanità penitenziaria è un dramma senza fine per evidenti incapacità di rapporto con ASL e assessorati, di formazione neanche l’ombra e della manutenzione dei fabbricati abbiamo recentissime testimonianze romane. Dobbiamo proseguire? Occorrerebbe avere il coraggio di riportare i dirigenti generali penitenziari alla realtà delle loro ben retribuite responsabilità, ma esiste oggi qualcuno in grado di farlo? Noi dell’OSAPP lanciamo un invito pubblico (che non è provocazione ma richiesta esplicita) al Sottosegretario delegato Andrea Delmastro: convochi tutti i Provveditori e le organizzazioni sindacali a Roma. Lo faccia con un ordine del giorno preciso. Lo faccia con una videoregistrazione integrale dell’incontro da pubblicare sul sito istituzionale. Perché i Poliziotti Penitenziari hanno il diritto di vedere come i loro rappresentanti si pongono davanti al ‘potere’ e hanno altresì il diritto di far pervenire a chi davvero comanda nell’amministrazione penitenziaria segnali inequivocabili riguardo al disagio che stanno vivendo e che le promesse non mantenute addirittura esaspera. L’OSAPP chiede una prova di trasparenza. E la trasparenza si dimostra, non si proclama. Perché la sicurezza penitenziaria come il benessere e il senso di appartenenza dei Poliziotti Penitenziari non si gestiscono nel chiuso degli uffici ma si costruiscono (e oggi si ri-costruisco) alla luce della verità. Un abbraccio come mille abbracci._ Nota per le redazioni_ Si autorizza la libera riproduzione del presente comunicato citando la fonte “OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria”. Interviste con il Segretario Generale OSAPP Leo Beneduci, disponibili previa richiesta, scrivere a osappoggi@gmail.com .
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP

