di Leo Beneduci_ Mentre il Sottosegretario alla Giustizia saluta con rispetto e incoraggiamento ai giuramenti i nuovi agenti di Polizia Penitenziaria, augurando loro buon lavoro e assicurando che “non saranno soli”, c’è chi lavora — purtroppo — per smentirlo. I Provveditori Regionali, anziché accogliere con la dovuta sensibilità istituzionale questi giovani — alcuni nati nel 2004 — che si apprestano ad entrare in carceri sovraffollate e segnate da tensioni, preferiscono ignorare il sistema e di conseguenza le nuove leve. Come nelle precedenti edizioni nessuna presenza, nessun gesto concreto, nessuna parola di benvenuto. Solo silenzi, indifferenza per le condizioni in cui questi ragazzi andranno a lavorare ed a cui farà da contraltare la rinnovata tolleranza nei confronti dei detenuti violenti. L’OSAPP lo dice chiaramente: il benvenuto che si dà nei giuramenti deve trovare conferma nei turni, nei momenti difficili ed in sintesi NEI FATTI! Chi non fa niente e se ne infischia, auto ritenendosi al di sopra di tutto e di tutti nonché immune da qualsivoglia responsabilità, cambiasse mestiere, magari facendosi trasferire al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che di posti, probabilmente, ce ne sono. La Polizia Penitenziaria è stanca e delusa, ma la voce peraltro silenziosa e densa di sofferenze che si alza dalla stragrande maggioranza delle strutture penitenziarie non è colta né risulta avere ancora la forza per divellere le poltrone di marmo del Dap e dei Prap. Che non ci possa essere una direzione generale del personale di Polizia Penitenziaria lo dice la legge (non prevedendolo)! Che ci debbano essere i Provveditorati Regionali lo dice la legge! Che i Poliziotti Penitenziari debbano dipendere gerarchicamente e non solo funzionalmente dai direttori, che non sono Polizia e non ne hanno le attribuzioni, lo dice la legge! Che la Polizia Penitenziaria abbia i più bassi (persino ridicoli) rapporti numerici nell’ambito delle Forze di Polizia, tra la “truppa” e i propri quadri e vertici interni (con ciò, tra l’altro, determinando gli stipendi mediamente più bassi del comparto) lo dice la legge! Ma leggi le fanno gli uomini e gli uomini come le leggi possono cambiare, a volte nel modo di pensare, soprattutto qualora si rendano conto che le cose non vanno e che le violenze, i danni, i disagi e i rischi per la sicurezza interno-esterno eccedono di gran lunga gli scarsi risultati del sistema. I rischi, oramai vicini, sono che in carcere a lavorare restino veramente in pochi, che lo Stato ‘perda’ il controllo sulle carceri e che i comuni cittadini debbano pagare direttamente ed in prima persona le conseguenze del dissesto e del malgoverno penitenziario. Se esistano o meno uomini (e donne) in grado di CAMBIARE lo vedremo. Un fraterno abbraccio a tutti. _ Nota per le redazioni_ Si autorizza la libera riproduzione del presente comunicato citando la fonte “OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria”. Interviste con il Segretario Generale OSAPP Leo Beneduci, disponibili previa richiesta, scrivere a osappoggi@gmail.com .
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP

