di Leo Beneduci_ La storia dei profilattici gratis ai detenuti (sex offender?) di Pavia e, crediamo, non solo lì, è esemplare. Il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) si è affrettato ad abolire l’iniziativa 7 mesi dopo (sic!) forse perché troppo preso/presi dai giuochi delle poltrone, a Largo Daga non si sapeva o, come più probabile, per loro, non era importante sapere ovvero era meglio non sapere. Ma al PRAP (Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria) di Milano lo sapevano eccome…..e non hanno fatto niente, anzi! La realtà è che i Provveditorati Regionali sono il vero problema del sistema penitenziario italiano. Incapaci di individuare su indicazione del DAP le sedi ex art.32, latitanti nell’allestimento delle celle antisfondamento, assenti nella gestione dei detenuti violenti, ma solerti e impeccabili quando si tratta di autorizzare le stanze dell’amore. Priorità capovolte di un apparato burocratico che scarica tutti i problemi sul personale minuto, che tanto il personale di trincea si assume o gli addossano responsabilità non proprie. Questa è la fotografia spietata di un sistema in cui i Provveditorati brillano solo per le iniziative che aumentano i rischi per il personale. Le stanze dell’amore? Autorizzate in tempi record, senza verifiche sulle condizioni igieniche, senza protocolli di sicurezza, togliendo agli agenti la possibilità di vigilare durante gli incontri. Risultato: autostrade e gallerie spalancate per stupefacenti e violazioni di ogni genere. Ma quando si tratta di sicurezza vera – celle per detenuti violenti, sezioni specializzate ex art.32, personale del quadro permanente formato per emergenze – i Provveditorati spariscono, si dileguano Specialmente quelli di Piemonte, Lazio e Toscana e Triveneto, campioni assoluti della politica dello “sposta e dimentica”: trasferiscono i detenuti problematici da un istituto all’altro e viceversa senza mai affrontare il problema alla radice. Come quel detenuto itinerante che ha aggredito il collega a Bergamo. Il regime del 14-bis e i circuiti differenziati previsti dalla legge restano lettera morta per l’inerzia di questi uffici di dirigenza generale in cui di fatto comandano i direttori vicari. I Provveditori – nominati senza concorso già dalla mera dirigenza, senza merito, senza responsabilità e presenti a intermittenza – gestiscono la sicurezza come un optional, mentre sono impeccabili nell’autorizzare iniziative che mettono a rischio chi lavora. I loro diretti sottoposti, Direttori d’istituto, datori di lavoro per legge secondo il D.Lgs. 81/08, falliscono nella prevenzione dei rischi anche perché destinatari di assegnazioni scriteriate. Non vengono previste sezioni specializzate, non si forma personale per gestire soggetti violenti, non si individuano le sedi appropriate. Ma per le stanze dell’amore tutto fila liscio come l’olio. Intanto qualche sindacato copione si limita a replicare le nostre denunce, senza citare le fonti, dimostrando la solita superficialità e inconsistenza. La verità è semplice: i Provveditorati Regionali sono diventati un peso morto per la sicurezza penitenziaria. Vanno aboliti o quantomeno esclusi dalla gestione della sicurezza nelle carceri. La vita e l’incolumità del Personale non può dipendere da burocrati che eccellono solo nel creare problemi e scaricare responsabilità. Il sistema penitenziario ha bisogno di una gestione diretta, competente e responsabile. Non di passacarte che autorizzano stanze dell’amore e ignorano celle antisfondamento. Queste cose prima o poi si pagano, purtroppo, e i primi significativi segnali già ci sono ed è solo la politica delle parole e non dei fatti a fare finta di niente. Fraterni Saluti a tutti.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP

