di Leo Beneduci_ Il DAP ricarica i comandi temporanei mentre il personale va in rosso per le conseguenze
Il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria alimenta una leggenda mortale. La “carta bianca” non esiste. È una favola pericolosa che costa cara ai poliziotti in trincea, mentre comandanti e direttori attraversano gli istituti come comete: a Prato brillano per tre mesi, altrove per otto, poi spariscono lasciandosi dietro macerie.
A Prato il nuovo comandante ha tre mesi per “sistemare le cose”. A Biella, Trento, negli istituti penali per minorenni di Bologna e Milano, altri hanno avuto otto mesi. Perché questa differenza? La Direzione Generale del Personale ha trovato per il personale di BIella un escamotage: i poliziotti ed ispettori beneficiari dei 110 euro al giorno, poi interrompevano la forfettaria chiedendo “distacco senza oneri”. Un sistema per dilatare di fatto le missioni oltre i limiti di legge, aggirando la regola degli otto mesi massimi.
Il copione è sempre identico. I comandi temporanei arrivano con mandati impossibili: “chiudere i detenuti dell’alta sicurezza” mentre le sezioni di media sicurezza esplodono. Cosa farà in tre mesi un comandante? Emetterà valanghe di direttive impossibili da attuare con il personale disponibile. Cosa deciderà in tre mesi un direttore? Chiederà l’adempimento immediato di protocolli che richiedono anni di organizzazione.
Il risultato? Rapporti disciplinari a raffica contro i poliziotti che non riescono a dare corso alle prescrizioni. Non servono proclami su cosa bisogna fare – la trincea sa perfettamente quali sono i suoi compiti. Manca l’organizzazione concreta per attuare le direttive, mancano apparati d’intervento efficienti, mancano risorse. Invece si pretende l’impossibile dal personale, fingendo che basti ordinare per ottenere risultati.
I comandanti passano, incassano, documentano tutto come “necessità operativa”, poi trasloco verso nuovi 110 euro al giorno altrove. Il personale resta. I detenuti restano. Le denunce fioccano. I poliziotti finiscono sul banco degli imputati, dopo turni massacranti e interventi al limite della norma.
La domanda cruciale: il comandante che ha completato otto mesi di forfettaria a Prato, perché non è stato assegnato come comandante fisso? O almeno vice comandante per garantire continuità? Gli incarichi definitivi durano tre anni. Quello di Trento post-forfettaria è stato trasferito con incarico stabile, perché a Prato no?
Il Sottosegretario Delmastro promette stabilità, la Direzione Generale del Personale continua con missioni temporanee e escamotage per aggirarle. Sarebbe interessante interrogare i precedenti comandi: durante le loro lunghe missioni cosa hanno fatto concretamente? Quali ragioni hanno individuato per il collasso delle strutture? Le loro analisi potrebbero servire, ma preferiscono passare il testimone in silenzio.
La carta bianca è un’illusione letale. La carta di credito da 110 euro al giorno è invece reale. Il DAP la ricarica sistematicamente, mentre i poliziotti di trincea sono quelli che finiscono sempre in rosso: sospensioni, procedimenti disciplinari, e la consapevolezza amara che tra tre mesi arriverà qualcun altro a ripetere lo stesso copione. È di vitale importanza per gli addetti del Corpo che ci andranno di mezzo capiteranno e/o che già lo sono documentare ogni cosa, prendere nota di tutto e rispettare i protocolli esistenti e soprattutto non credere alle promesse di “copertura speciale”. La presunta carta bianca non è protezione ma una vera e propria condanna preventiva.
Nel frattempo si dice di due nuovi dirigenti generali prossimi venturi (come se gli attuali non ci fossero già bastati!) L’uno che avrebbe già festeggiato nelle ore notturne del 7 maggio insieme al sottosegretario e l’altra che, finalmente, accomuna la vicinanza con l’attuale capo del personale con il gradimento dell’immancabile sottosegretario!
Ma i risultati, la funzionalità, il buon andamento, gli interessi della base e di chi lavora con sacrificio e senza mezzi, ovvero degli ultimi che ne costituiscono la stragrande maggioranza?
Non sono più cose di questo mondo, ovvero di quella Amministrazione e di quel Dicastero, secondo il principio che meno responsabilità si hanno e più se ne risponde.
Fraterni Saluti a tutti.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP