Eppure, tanta parte di quello che accade nella collettività è influenzata dalle cangianti politiche penitenziarie, spesso condizionate dai movimenti di opinione che di volta in volta si formano a seguito di drammatici eventi della cronaca nonché direttamente dipendenti dalle disfunzioni del sistema giudiziario.

Sono però soprattutto le irrisolte emergenze economiche, sociali ed etniche dei territori in ambito nazionale e internazionale, al pari del disadattamento della tossicodipendenza e della malattia mentale, a rendere le finalità del carcere nel Paese sancite dal comma 2 dall’articolo 27 della Costituzione – Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato – qualcosa di meramente teorico e del tutto illusorio.

Narrare di carcere quale precipitato della società, descriverne i problemi per affrontare la generale insoddisfazione degli scopi di una istituzione che assorbe oltre un terzo del bilancio del ministero della Giustizia e altrettante ingenti risorse dagli enti territoriali, indicare disagi ed esigenze dei protagonisti, tra cui alcuni non a caso misconosciuti servitori dello Stato, può contribuire alla umanizzazione e al recupero della funzione risocializzante della pena quale irrinunciabile presupposto di una civile convivenza sicura e pacifica.

Link articolo Leo Beneduci: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/24/carcere-le-emergenze-del-paese-rendono-illusorie-le-finalita-rieducative-della-pena/7106395/

Fonte: Ilfattoquotidiano.it – LEO BENEDUCI