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IN USO IN 34 STATI AMERICANI CON RISULTATI CLAMOROSI – “RECIDIVIZ” il software che ridà la libertà solo ai detenuti che lo meritano

Non è vero che i giovani cambieranno il mondo. Lo hanno sempre fatto, lo stanno già facendo. Vi presento Clementine Jacoby. Ha realizzato un software che aiuta le carceri americane, un’ottantina finora,a gestire meglio i detenuti, analizzando tutti i dati personali, con l’obiettivo di far uscire in sicurezza coloro che non c’è alcun serio motivo di tenere dietro le sbarre. Negli Stati Uniti l’affollamento delle carceri è un problema: i detenuti sono due milioni, con una forte prevalenza di neri, e si calcola che centinaia di migliaia potrebbero stare fuori senza rischi per la sicurezza pubblica. Senza un ragionevole rischio di recidiva. Il software si chiama Recidiviz ed è stato adottato da trentaquattro Stati americani con risultati clamorosi: in due anni il suo algoritmo ha aiutato a identificare ben 44 mila detenuti che avevano i requisiti per uscire e nel Nord Dakota, che ha avviato questa collaborazione fin da subito, c’è stata una riduzione della popolazione carceraria del 20 per cento. Uno su cinque.

Non era questo che Clementine Jacoby pensava che avrebbe fatto da grande: studi a Stanford, laurea in ingegneria, diventa manager a Google dove lavora quasi quattro anni. A un certo punto, mentre sta progettando un gioco per telefonino con la realtà aumentata, si rende conto che non è questa la vita che vuole fare. I dati, che a Google ha imparato ad usare, possono essere usati per qualcosa di più utile dell’ennesima app. Il tema delle carceri la tocca personalmente: in famiglia c’è stato un caso, dice, che andava risolto con la cura non con le sbarre; e quando ha lavorato come acrobata da circo in Messico e Brasile, ha fatto progetti di inclusione con le gang locali per tenere i giovani lontano dal crimine. Poi è arrivata a Google, certo. Era tutto facile, scontato anche. Ma usare la scienza dei dati per aiutare chi ha sbagliato a redimersi e ricominciare deve esserle parso il vero modo che aveva per cambiare il mondo.

(TIME l’ha appena inserita fra i 100 giovani più interessanti del pianeta).

 

Fonte: repubblica.it

Redazione OSAPPoggi

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