
di Leo Beneduci_ Se un detenuto consegnasse a un agente un foglietto con scritto “il Comandante è un idiota”, nessun poliziotto lo trasmetterebbe ai superiori senza commentare l’offesa. Se un Direttore chiedesse formalmente di “chiudere il carcere per ferie”, nessun Provveditore inoltrerebbe la richiesta senza segnalarne l’assurdità. Eppure quando la Commissione di Garanzia scrive che l’Accordo Quadro Nazionale diventa “mera previsione” a livello locale, il capo del personale Massimo Parisi predispone una nota esplicativa e lo dirama tranquillamente facendolo protocollare al nr GDAP 0230411.U del 26/05/2025, senza alcun rilievo critico. La questione è cristallina: il 22 maggio 2025 la Commissione di Garanzia ha deliberato sostanzialmente che i Protocolli decentrati – contemplati dall’AQN-non hanno valore contrattuale vincolante ma costituiscono “mere previsioni”. Parisi, ricevuto il verbale, invece di restituirlo per manifesta inconsistenza giuridica, lo ha trasmesso, assumendosene la responsabilità politico-gestionale e amministrativa. Non ha scritto lui quelle righe, ma diffondendole ne è diventato il garante istituzionale. L’assurdità giuridica è evidente persino a un profano: l’Accordo Quadro Nazionale (che Noi dell’OSAPP non sottoscrivemmo sempre per il “metodo” Parisi durante le trattative e a cui nessuno sembrava opporsi) presenta, comunque, tutti gli elementi che rendono un contratto valido secondo l’art. 1321 del Codice Civile. C’è l’accordo tra soggetti capaci (Amministrazione e sindacati), c’è l’oggetto determinato (regolamentazione dei rapporti di lavoro), c’è la causa lecita, c’è la forma scritta richiesta per gli atti pubblici. Manca forse qualcosa? Assolutamente no. Eppure secondo la Commissione di Garanzia questo contratto si trasforma in “suggerimento” quando attraversa i confini regionali, come se esistesse una dogana che neutralizza gli accordi in transito. È come vincere un concorso pubblico a Roma e sentirsi dire dalla sede di destinazione: “La graduatoria era solo indicativa, l’assunzione è una mera previsione”. Oppure firmare un mutuo in banca e scoprire che ogni filiale decide autonomamente se rispettarlo. Nel linguaggio comune “accordo” significa impegno reciproco, non buona intenzione revocabile. Nel diritto civile e in quello amministrativo vige il principio “pacta sunt servanda”: gli accordi vanno rispettati, nozione che anche l’uomo della strada conosce.
Il paradosso diventa grottesco quando si considera che mentre i diritti contrattuali vengono declassati a “mere previsioni”, i doveri operativi rimangono inderogabili. Le disposizioni sui controlli, i turni di servizio, le consegne mantengono valore assoluto, punibili disciplinarmente se violate. Ed ora con le telecamere possono anche rilevarsi le infrazioni disciplinari, in spregio al divieto posto dallo Statuto dei Lavoratori, Quindi nella galassia Parisi un accordo sottoscritto solennemente vale quanto l’oroscopo, ma un ordine che disciplina i singoli servizi diventa comandamento divino la cui osservanza viene vista dall’alto: la sala regia. La Commissione di Garanzia presenta una composizione rivelatrice: la parte pubblica è stata scelta da Parisi attraverso procedure molto discrezionali, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Questi sedicenti esperti hanno prodotto un’interpretazione che farebbe bocciare qualsiasi studente di diritto privato, riscrivendo i fondamenti del diritto contrattuale con la disinvoltura di chi inventa regole strada facendo. L’OSAPP, pur presente alla seduta, ha saggiamente rinviato ogni valutazione, probabilmente per evitare di commentare a caldo una delibera che trasforma certezze giuridiche in pensiero magico. Meglio prendersi tempo per analizzare i fatti. Per il nuovo Capo DAP che si dice sia giunto a Largo Daga, in base ad un accordo “politico”, per attenuare tensioni, inasprimenti e soprattutto le contrapposizioni violente interne alle carceri, così spesso alimentate da chi soffia sul fuoco persino nelle scuole di formazione (ai giuramenti) questa vicenda rappresenta il perfetto biglietto da visita di un Capo del personale che deve essere adibito ad altre incombenze (possibilmente esterne al Dap) perché il Corpo di Polizia Penitenziaria sia messo nelle condizioni di lavorare senza la spada di Damocle dei procedimenti indiscriminati, delle botte nelle sezioni e del pubblico dileggio. Eppure quando il Direttore generale del personale dirama interpretazioni che negano valore ai contratti regolarmente sottoscritti, l’intera Amministrazione perde credibilità e si apre la strada a contenziosi infiniti che si aggiungono alle soccombenze della gestione Parisi. Il piano terra di Largo Daga non può contare su dirigenti che confondono accordi vincolanti con previsioni del tempo. I pubblici uffici sono disciplinati da norme di legge, non da fantasie interpretative partorite in riunioni dove evidentemente nessuno ricorda cosa sia un contratto. E pensare che i sindacati hanno chiesto di recente di predisporre un nuovo Accordo in ragione dell’entrata in vigore del nuovo Contratto, ma a che servirebbe se nel Dap è solo “cartaccia”? Così in qualsiasi degli attuali istituti e servizi penitenziari per i quali già i lautamente retribuiti Provveditori non provvedono, qualsiasi Direttore e Comandante può mettere chi vuole dove vuole e quando vuole: oltre 200 repubbliche delle banane che dovrebbero rispondere agli attacchi delle criminalità organizzate e persino rieducare. Vedremo se l’arrivo di un civilista esperto può riportare un po’ di legalità in un’Amministrazione che ha ridotto il Codice Civile e l’ordinamento giuridico a meri manuali di creatività letteraria. Perché adesso è questa la realtà che il nuovo Capo DAP si trova davanti: un Direttore generale (forse più di uno) che trasforma contratti in carta straccia mentre sacralizza i doveri operativi, e un Corpo di Polizia che non può lavorare serenamente perché non sa mai se gli accordi firmati oggi varranno ancora domani.
Andiamo avanti con più forza e consapevolezza di prima.
Un abbraccio come mille abbracci.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP