
CARCERI/OSAPP: IL GRANDE FRATELLO NELLE CARCERI: IL DAP VUOLE CONTROLLARE TUTTO E TUTTI IN TEMPO REALE. A RISCHIO LA PRIVACY DI POLIZIOTTI, MAGISTRATI, GARANTI, AVVOCATI E VISITATORI.
L’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), per il tramite del segretario generale Leo Beneduci, porta all’attenzione dell’opinione pubblica un fatto di estrema gravità che sta per consumarsi silenziosamente all’interno del sistema penitenziario italiano. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) sta predisponendo un sistema di controllo centralizzato che consentirà alla sala situazioni presso lo stesso DAP di Roma di avere accesso diretto e in tempo reale a tutte le telecamere installate negli istituti penitenziari italiani. “Non stiamo parlando di un semplice sistema di videosorveglianza”, sottolinea Beneduci, “ma di un vero e proprio sistema di controllo centralizzato che permetterà di osservare in diretta ogni movimento all’interno delle strutture penitenziarie. Questo significa che ogni operatore di Polizia Penitenziaria, ogni magistrato in visita, ogni avvocato che incontra il proprio assistito, ogni medico che svolge il proprio dovere, ogni familiare in visita, potrà essere posto costantemente sotto l’occhio delle telecamere, con le immagini disponibili in tempo reale a Roma..”
“La questione assume contorni ancora più preoccupanti se si considera che questo sistema viene implementato senza alcuna preventiva valutazione d’impatto sulla protezione dei dati e delle immagini, senza consultazione sindacale (come stabilisce lo Statuto dei Lavoratori) e senza informare adeguatamente i diretti interessati. “Chi garantisce la sicurezza di queste immagini? Chi può accedervi? Come vengono conservate? Queste sono domande che richiedono risposte immediate”, incalza il leader dell’O.S.A.P.P.. “Il sistema si configura come una forma di sorveglianza di massa la cui finalità non sembra riguardare le maggiori sicurezza e funzionalità delle carceri italiane, bensì l’assoluto controllo centrale di ogni momento della vita penitenziaria e che coinvolge non solo il personale penitenziario e i detenuti, ma anche tutti coloro che, per ragioni professionali o personali, varcano la soglia di un istituto penitenziario. I corridoi, gli atrii, le sale colloqui, le portinerie: ogni area videosorvegliata diventerà accessibile in tempo reale dalla sala situazioni del DAP.”. “L‘O.S.A.P.P. – conclude Beneduci – fermi restando gli interventi ed i ricorsi presso le autorità giurisdizionalmente competenti richiama l’attenzione dei media, delle istituzioni e del Garante per la Protezione dei Dati Personali su questa inquietante evoluzione del controllo penitenziario, che rischia di trasformare ogni istituto in un panopticon* digitale controllato centralmente.”.
* (((Panopticon o panottico è un carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham. Il concetto della progettazione è di permettere a un unico sorvegliante di osservare (opticon) tutti (pan) i soggetti di una istituzione carceraria senza permettere a questi di capire se siano in quel momento controllati o no. Il nome si riferisce anche ad Argo Panoptes della mitologia greca: un gigante con un centinaio di occhi considerato perciò un ottimo guardiano.)))