Gli agenti della polizia Penitenziaria da oggi si sono autoconsegnati nella Casa Circondariale di Pesaro.
La protesta annunciata lo scorso 30 agosto, inizia oggi con l’autoconsegna, ovvero: gli agenti che stanno protestando, dopo il loro turno di lavoro, restano in carcere senza tornare a casa dalle proprie famiglie.
La protesta nasce, spiega una nota dei sindacati della Polizia penitenziaria, “perché vi è un’Amministrazione Penitenziaria locale, regionale e nazionale, sorda alle legittime proteste dei manifestanti”. In particolare i sindacati chiedono “il potenziamento dell’organico per il rispetto dei turni di lavoro ed un trattamento dignitoso”, e denunciano “la pessima gestione del personale e dell’Istituto del tutto individuale e in controtendenza con gli sviluppi tecnologici che oggi permettono di diminuire i carichi lavorativi e aumentare i livelli di sicurezza, pur garantendo tutte le funzionalità dell’Istituto.
È una situazione inaccettabile – continua la nota – e quello che viene percepito è che l’Amministrazione Penitenziaria, per quanto riguarda l’Istituto pesarese, abbia cercato di risolvere un problema ponendone un altro maggiore, costringendo il personale di Polizia a scegliere tra l’avere una Direzione e la propria sicurezza individuale. Ci sono state continue aggressioni, verbali e fisiche, tre o quattro solo negli ultimi giorni.
La casa circondariale di Pesaro è diventata il contenitore di buona parte dei detenuti psichiatrici o ritenuti tali, violenti e di più difficile gestione e la struttura non è adeguata per questo”.
Fonte: ilrestodelcarlino.it – Davide Eusebi
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