Ancora un’altra aggressione alla Polizia Penitenziaria effettuata da un detenuto ristretto nel carcere di Genova Marassi.
Un detenuto italiano che deve scontare una detenzione collegata ai suoi reati quali omicidio, legami in attività mafiose, ricettazione, ha aggredito un sovrintendente con una bottiglia in pieno volto.
Un soggetto che da mesi crea disagi all’attività della Polizia Penitenziaria distruggendo le celle o qualsiasi altro luogo venga a contatto. Un detenuto definibile di difficile gestione che non può e non deve essere ristretto in un istituto come Marassi già di per se congestionato da innumerevoli detenuti che provocano quotidiani eventi critici; basti pensare che solo nella giornata di ieri due detenuti hanno dato fuoco alle loro rispettive celle mentre l’altro giorno altri detenuti, distruggevano celle e salette di attesa.
Questo inizio settimana a Marassi dopo un accurato controllo all’interno di un reparto detentivo, la polizia penitenziaria ha rinvenuto due telefoni nascosti un una cella. Inspiegabile il perché al detenuto che ha aggredito il sovrintendente non è stata applicata alcuna misura disciplinare, anzi gli è stato anche concesso di recarsi al campetto per la partitella. Notizia resa nota da uno dei sindacati di categoria.
Tratto da: lavocedigenova.it
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