
di Leo Beneduci_ Si assicura negli ambienti ben informati di Via Arenula che Delmastro abbia ormai preso saldamente in mano le redini del DAP, tant’è che il Capo dell’Amministrazione prestigioso e anti-ingerenze politiche e delmastriane che doveva arrivare dopo Pasqua, tra rinunce e veti, non arriverà, essendo stata preferita una figura di ripiego, che probabilmente non aggiungerà né toglierà alcunché agli attuali equilibri penitenziari centrali, ovvero al generale squilibrio delle carceri italiane. Poi vedremo se il fallimento che mette a rischio la tenuta e la funzionalità del sistema sarà da attribuirsi ad un Ministro scarsamente o forse stancamente attento, oppure alle scelte di un Quirinale che sulle carceri non è riuscito ad andare fino in fondo. Ciò non toglie che nel balletto delle nomine e contro nomine, si progetti un massiccio ed intenso valzer pre-elettorale di poltrone tra i Provveditorati Regionali e Dap, neanche se fosse l’ineguale distribuzione dei dirigenti generali sul territorio la causa del disastro o che tale interscambio, per lo più indolore (tranne l’unico esempio di chi sarà costretto/a al ripiego della Giustizia Minorile) di tanto somigliante alla dismessa “moina” borbonica, possa intorpidire le acque fino a non potersi più distinguere il vero dal falso penitenziari. La partita a scacchi quindi, è già in corso, con le pedine pronte a muoversi entro ottobre o forse prima. I corridoi del Ministero sono pieni di indiscrezioni e quelli di Largo Daga di preoccupazioni.
Mentre si vocifera ad esempio che uno solo degli attuali potrà permanere nella sede previo necessario conferimento di incarichi di maggior merito e assai minor fatica, quasi tutti gli altri inizieranno il balletto e Largo Daga toccherà a chi da fuori è più vicino, conforme e gradito all’unico Capo dei Capi del Dap. Ovviamente, nel forsennato scuotersi delle poltrone che contano e nella moltiplicazione dei pani, dei pesci e degli stipendi rientreranno i nuovi Provveditorati di Pescara e Perugia, si dice per ripescaggi clamorosi, più che per risolvere i gravissimi problemi di sedi quali quelle carceri delle rispettive città (Pescara e Perugia appunto) o delle rispettive regioni. Persino si dice, ma è falso e non prestandovi alcuna fede lo citiamo solo a mero titolo di gossip, la Capa del DAP facente funzioni, avrebbe ventilato le proprie possibili dimissioni, schiacciata tra l’essere stata motivo di scontro tra Governo e Quirinale e l’inesistenza di risultati concreti: nessun regolamento di servizio emanato, nessuna circolare efficace sui suicidi sempre in crescita, protocolli operativi inadeguati, direttori e comandanti senza assegnazioni definite, e soprattutto il monito della Corte Costituzionale sull’affettività completamente ignorato. Anche lei cmq resterà al suo posto, anche se il vero ed imperterrito vincitore, colui del quale la politica e l’amministrazione dicono di non poter mai fare a meno, quali che siano gli errori e le mancanze palesi, era ed è sempre lui.
Un abbraccio come mille abbracci.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP