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BOLOGNA – FOCOLAIO COVID NEL CARCERE MINORILE

Mentre si moltiplicano i contagi alla Dozza (si è parlato negli ultimi giorni di una sessantina di detenute/i interessate/i e di una quarantina di agenti), si apprende di un focolaio Covid anche nel carcere minorile del Pratello: due giorni fa sono stati fatti i tamponi ai 34 ragazzi presenti e tre di essi, tutti maggiorenni, sono risultati positivi. Lo ha reso noto la direzione dell’istituto, aggiungendo che sono state sospese tutte le attività in attesa dei nuovi tamponi in programma per domenica.

Sempre rispetto al carcere minorile, che attualmente ospita 11 minorenni e 23 maggiorenni, il Garante regionale dei detenuti Marcello Marighelli è intervento in commissione a Palazzo D’Accursio problematizzando l’apertura, lo scorso ottobre, del secondo piano, e il conseguente aumento di capienza da 22 a 36 detenuti. Ora l’istituto del Pratello è “il più grande del paese” e “ci sono genitori che mi scrivono delle difficoltà che hanno nel fare viaggi dalla Toscana o dalle Marche a Bologna per venire a trovare i loro figli”. La questione è già stata posta all’Amministrazione penitenziaria, senza ricevere risposta. Dato che “anche il primo piano andrebbe sistemato”, aggiunge Marighelli, invece di aumentare la capienza “si poteva usare solo il secondo piano per ospitare i ragazzi, mentre si sistemava il primo”. Ora “il rischio è che l’istituto sia molto più impostato sulla custodia che sulla risocializzazione, considerato che molti ragazzi non hanno riferimenti sul nostro territorio”.

Ha riserve anche il Garante comunale Antonio Iannello, secondo il quale è a rischio “la sostenibilità dell’intervento educativo, alla luce dell’aumento delle presenze”.

Sul tema dei contagi dietro le sbarre interviene Antigone Emilia-Romagna:
“La grande capacità diffusiva della variante Omicron del SarsCov19 sta producendo effetti endemici nella società. Le misure di prevenzione sanitaria vengono ridefinite in chiave progressiva e modulare. Così, al paradigma dell’emergenza sembra sostituirsi quello della gestione di livelli di contagio che ci accompagneranno per tempi lunghi. Nonostante i significativi risultati prodotti dal piano vaccinale dedicato alle persone che vivono e lavorano in carcere, il campo del penitenziario, comunque saturo e impossibilitato a garantire condizioni igieniche e di distanziamento indispensabili, reagisce all’inevitabile emersione di focolai interni riproducendo la logica emergenziale della chiusura e della limitazione dei contatti con l’esterno, ovvero comprimendo i diritti dei detenuti e riducendo pesantemente le loro opportunità di trattamento e socializzazione. In questi giorni tale dinamica si realizza presso la casa circondariale di Bologna, ma è fondata l’ipotesi che tale compressione potrà assumere carattere sistemico, dentro e oltre il nostro contesto regionale di riferimento. Di fronte a questa prospettiva, il ripristino della legalità sui numeri dei presenti in carcere e l’incentivazione di misure deflattive appaiono determinanti ed urgenti”.
Fonte: zic.it

 

Redazione OSAPPoggi

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