
Dopo sette anni di gestazione, emerge senza i prescritti pareri delle Commissioni Parlamentari che la boccerebbero una seconda bozza del regolamento di servizio della Polizia Penitenziaria, successiva a quella del gruppo di lavoro presieduto da Riccardo Turrini Vita.
Detto per inciso, se in un Reparto di Polizia il personale adempie con ritardo a un’incombenza rischierebbe severi procedimenti disciplinari, invece al Dap possono passare anni, con tanto di “fermo” tri-biennale sulle scrivanie di qualche vertice troppo timoroso o troppo furbo per adempiere ad incombenze rese obbligatorie dal dettato legislativo, che tanto quando si tratta di carceri e di Polizia Penitenziaria non importa a nessuno.
Peraltro, la trasmissione del documento rivelerebbe tensioni interne al DAP laddove l’ancora sempiterno Direttore Generale del Personale specifica che gli autori del testo sono il Capo DAP facente funzioni e il Direttore Generale di Beni e Risorse, quasi a prendere le distanze dal contenuto e dagli stessi artefici.
E purtroppo, la bozza, che ha richiesto più tempo della stesura della Costituzione italiana, (sic!) invece di portare ordine e serenità operativa, rappresenta un rischio per gli agenti di trincea. Raddoppia gli obblighi del personale in sezione che, ad esempio, dovrebbe controllare persino “la pulizia delle camere”; l’Agente di sezione già sovraccaricato e allo stremo, viene esposto a sanzioni disciplinari per situazioni oggettivamente ingestibili: un poliziotto che deve controllare 150 detenuti con sei chiavi in mano potrebbe essere sanzionato per non aver notato l’ingresso di un minuscolo orecchino.
Particolarmente critica è l’imposizione di perquisizioni in violazione dell’articolo 74 DPR 230/00, che espone gli Agenti a rischi penali e disciplinari, soprattutto nelle sezioni con protetto di sesso opposto. I Sovrintendenti e gli Ispettori non ci sono e non sono state previste pattuglie itineranti. Il regolamento si perde poi in dettagli come il colore “naturale” di capelli e unghie, (verde pisello) la copertura dei tatuaggi in divisa estiva e il trattenimento in caserma per situazioni critiche.
Anche i Comandanti dei Reparti, ammansiti dal non dover più firmare il foglio di servizio insieme ai direttori (che non è né l’abolizione né la modifica della dipendenza gerarchica di cui all’articolo 9 della Legge 395/1990) non se la vedranno bene e se anche dirigenti del Corpo potranno sempre essere sostituiti dagli Ispettori.
Mentre i vertici si concentrano sulla gestione delle direzioni generali della polizia penitenziaria sui procedimenti a carico dei colleghi, intanto il personale in prima linea resta esposto a rischi e responsabilità. Un documento che, invece di semplificare e tutelare il lavoro degli operatori, sembra ignorare completamente le reali necessità di chi opera quotidianamente nelle sezioni.
E ci sarebbe persino chi, come già accaduto per gli indecenti “modelli operativi”, dal piano terra del Dap vorrebbe già importare nelle Scuole dell’Amministrazione il nuovo regolamento del Corpo, tuttora solo in parziale bozza, acchè chi si arruola pensando di fare il Poliziotto comprenda da subito che sarà schiavo, imbelle ed indifeso nelle carceri.
Mai come in questo momento, riteniamo, in una situazione di confusione pressoché completa e di costante “imprecisione” su obiettivi, finalità e progetti di crescita futura, la Polizia Penitenziaria, non solo come singoli appartenenti, ma anche come Corpo è a rischio di esistenza.
Certo, ci viene detto, fate le vostre osservazioni che ne terremo conto, ma se la concezione culturale ed ideologica che sottende il tutto è questa, se certe scelte sono persino sostenute se non promosse da una politica che bada solo agli slogan pre e post elettorali (vedremo alla fine dei 3.246 agenti annunciati, quanti ne arriveranno nelle carceri) e soprattutto se siamo solo Noi dell’OSAPP a denunciare e ad opporci, tanto da essere considerati solo i “soliti” bastian contrari rispetto alla silente maggioranza, come volete che le cose migliorino?
Un fraterno abbraccio a tutti.
Leo BENEDUCI – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria