
Mentre l’Amministrazione si affanna a propinarci protocolli scritti dagli “ esperti del DAP”, la realtà ci sbatte in faccia numeri che fanno rabbrividire.
Nel 2024, abbiamo gestito:
5.532 atti di aggressione
12.544 casi di autolesionismo
14.509 emergenze con ricovero ospedaliero
2.098 aggressioni fisiche contro di noi.
246 morti tra i detenuti, di cui 89 suicidi e
7 suicidi tra i nostri colleghi
E come risponde l’Amministrazione penitenziaria a questa drammatica situazione denunciata dalla stampa? Investendo sui protocolli operativi che ci invitano a “gridare aiuto” e “guadagnare la via di fuga” – come se un poliziotto potesse invocare lo stato di necessità e abbandonare il proprio posto di fronte al pericolo!
La verità è che lavoriamo in condizioni disperate: un agente per 1,99 detenuti, quando il rapporto ottimale dovrebbe essere 1 a 1,62. In alcune realtà come Rieti e Regina Coeli addirittura lo scarto si triplica. Il DAP, invece di affrontare queste criticità, spreca risorse nelle promozioni per meriti eccezionali (invece che trasparenti e valutabili attraverso titoli e incarichi effettivi) e ricicla i protocolli inadeguati copiati da testi inediti oltre che datati, in cui si confonde la prima con la terza persona.
La direttiva del 20 gennaio 2025 annuncia corsi di formazione e aggiornamento basati su questi stessi protocolli fallimentari. È l’ennesima dimostrazione di come chi siede nelle stanze del potere sia completamente scollegato dalla trincea che subisce procedimenti disciplinari e inchieste penali per responsabilità che sono del sistema e di chi lo gestisce e non dei Poliziotti penitenziari che sono gli “ultimi” e il più debole anello della catena di comando penitenziaria.
I numeri parlano chiaro: questi protocolli emanati nel settembre del 2023 non funzionano, non ci proteggono e non risolvono le criticità. Mentre i Poliziotti penitenziari rischiamo la vita ogni giorno, loro pensano a insegnarci come “gridare aiuto”. È una vergogna che non possiamo più tollerare.
È ora di dire basta a questa farsa e pretendere soluzioni concrete per la nostra sicurezza e quella degli istituti.
Non siamo noi a dover fuggire, ma loro a dover affrontare finalmente la realtà delle carceri e delle condizioni del personale.
Un abbraccio fraterno e profondo a tutti.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP