
Mettiamo che nel Dipartimento dell’Impero di una galassia lontana lontana (tipo Guerre Stellari – Star Wars per intenderci), in quei corridoi in cui le decisioni scivolano silenziose e nel contempo terribili e gli uomini e le donne sono pedine da giocare ed anche sacrificare sulla scacchiera di carriere veloci quanto immeritate, al fine di rafforzare il proprio potere si voglia orchestrare un cambiamento nei territori di competenza.
Quello che, allora, converrà di più non è utilizzare ordini diretti che possano ingenerare resistenze e/o guerre di interessi, bensì agire in maniera assai più sottile ed in qualche modo più elegante benché subdola, acchè il malcapitato destinatario/a non abbia ad accorgersene subito e cada pian pianino nella rete, come la mosca con il ragno che poi, lentamente, ne consumerà del tutto le spoglie ancora in parte vitali.
Tutto inizia con un messaggio attraverso l’iperspazio (anche una telefonata va bene), il Governatore della sede o anche il Plenipotenziario regionale chiama il suo amico nella Capitale. In verità si conoscono bene, hanno condiviso esperienze professionali al Nord dell’Impero, dove la nebbia nasconde le storie più disdicevoli e si impara a sopravvivere attraverso le bugie e il diniego di qualsiasi diretta responsabilità (ahimè, non sempre il naso si allunga o le gambe si accorciano come Carlo Lorenzini aveva scritto), entrambi hanno ottenuto il massimo possibile della propria carriera, uno al centro e l’altro sul territorio e condividono metodi e finalità. La conversazione tra loro è del tutto informale, quasi amichevole: “Abbiamo una situazione (rognosa) da gestire”. L’amico della Capitale sa esattamente chi contattare: c’è sempre qualcuno giù in basso che è esperto nell’arte della persuasione delicata e del repertorio di notizie sugli “eventi critici”, bastone e carota da sempre dosati con riconosciuta sapienza.
Ed ecco che si mette in moto il meccanismo: come in un gioco delle sedie ben orchestrato, la musica inizia a suonare. A qualcuno si prospetta un incarico prestigioso, ad altri una missione speciale con un’indennità interessante. Le pedine si muovono, ognuna credendo di fare una scelta spontanea.
Ma la verità è che la musica la fanno suonare apposta per far restare in piedi chi hanno deciso loro. Chi siede negli alti palazzi sa bene che gli esseri umani non sono fatti della stessa sostanza dei sogni e che nulla è più concreto del miraggio di un guadagno o della minaccia di una vendetta futura anche se velata dall’ipocrisia della falsa solidarietà e della comprensione.
È un’arte raffinata, questa: far sembrare naturale ciò che è stato meticolosamente pianificato, far apparire come coincidenza ciò che è stato studiato nei minimi dettagli. Non si potrà lamentare chi ne viene colpito perché avrebbe potuto opporsi, rivolgersi ad altri “potenti” o anche denunciare ed invece non lo ha fatto e credendo di trarsi di impaccio è restato con pressochè nulla in mano. E mentre le sedie si spostano e la musica continua a suonare, chi ha orchestrato tutto osserva da lontano, soddisfatto del proprio lavoro silenzioso ma efficace, anche se in verità in molti alla fine si perderanno per strada e nulla, come ci insegnarono, è eterno ed immutabile…persino nell’Impero.
Un Fraterno Saluto a tutti
Leo BENEDUCI – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria