
di Leo Beneduci_ Dopo anni di continui solleciti, comunicati e adesso anche vignette dell’OSAPP, finalmente il sottosegretario Delmastro ha varcato il cancello di una sezione detentiva nel carcere di Firenze-Sollicciano, lui che non andava alla “mecca” dei detenuti. Ce ne compiacciamo perché rappresenta un passo in avanti verso i poliziotti di trincea, se non fosse che appena uscito è tornato al suo abituale e forse unico copione: abbracci, pacche sulle spalle e dichiarazioni che sfidano la logica. Tra l’altro ha affermato che: “se gli altri Sottosegretari avessero fatto quello che ho fatto io ci sarebbe il sovraffollamento nelle carceri degli agenti e non dei detenuti”. Una frase ad effetto che nasconde una falsa analogia clamorosa. Il personale di Polizia Penitenziaria non genera “sovraffollamento”: va in pensione, deve coprire postazioni spesso scoperte (un solo agente per sezione, garitte non operative, sezioni e cancelli accorpati), fronteggia carenze strutturali croniche. L’unico sovraffollamento reale è quello delle caserme del tutto insufficienti quanto malmesse e malsane, che però gli agenti pagano di tasca propria. Ma la vera notizia è un’altra: a quali “predecessori fannulloni” allude Delmastro? Oltre ai sottosegretari dei governi precedenti come Ferri, Ferraresi e Giorgis, il riferimento sembra estendersi anche a Jacopo Morrone della Lega, partito alleato nell’attuale coalizione di governo e che esprime l’altro sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari. Un’uscita che rivela tensioni nella maggioranza almeno sul tema carceri? Morrone comunica regolarmente sui risultati ottenuti per le Forze di Polizia, incluso il recente decreto sicurezza, ma con toni più misurati rispetto al “fiorito eloquio” e alle evidenti aspirazioni elettorali nell’ambito della Polizia Penitenziaria dell’attuale sottosegretario di FdI. È questa la causa dell’attenuazione della verve polemico-proselitistica di Delmastro negli ultimi tempi con cui, tranne qualche piccola battuta tra un brindisi e un hip hip urrà ai giuramenti degli allievi, si evita ora di suscitare l’indignazione della stampa? Un richiamo all’ordine dall’alto (Via Arenula, Palazzo Chigi…) potrebbe aver suggerito maggiore cautela, ma ciò che è fatto è fatto: il sottosegretario ha forse svelato non solo i sintomi della frattura interna alla maggioranza, ma gli effetti dell’inconsistenza di tante promesse. Il Gruppo di Intervento Regionale (i provveditorati sono anche interdistrettuali caro Delmastro) che raggiunge per tempo, secondo il vertice di Governo qualsiasi punto sul territorio è l’emblema di questa narrazione fantastica. Come potrebbe una squadra spostarsi ad esempio da Firenze a un’isola come Gorgona in sessanta minuti o a Terni? E da Torino a La Spezia, o da Roma a Cassino? Non osiamo pensare alla Sardegna. La geografia e la fisica vengono piegate alle esigenze della propaganda. Sembra quasi che il sottosegretario abbia usato a Sollicciano gli stessi appunti del discorso di un anno fa a Prato – caschi, scudi, guanti antitaglio, assunzioni – come chi a caccia di conquiste ripete meccanicamente le stesse frasi pensando che funzionino sempre. Ma la realtà carceraria non si cambia con le battute a effetto, prova evidente è che a Prato non c’è né comandante e né direttore e così in tanti altri posti, come nel “suo” Piemonte, tanto per non ripeterci ancora. Non ce ne voglia il sottosegretario, che già assai ce ne vuole, ma almeno Noi pensiamo e ci arroghiamo la presunzione di fare sindacato della Polizia Penitenziaria, ovvero anche con le critiche se adeguatamente argomentate e non finalizzate a se stesse, di contribuire alla crescita ed al miglioramento del Corpo e delle condizioni di servizio soprattutto nelle carceri; ben poco di quanto promesso si è realizzato. Ed è questo che davvero preoccupa: essere indotti a credere nel miglioramento quando i fatti dimostrano l’esatto contrario. Invece di credere alle favole ministeriali, sarebbe stato necessario reagire e muoversi per tempo. La Polizia Penitenziaria merita verità e impegni concreti, non teatrini e false analogie.
Fraterni Saluti a tutti.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP