
di Leo Beneduci_ Mentre il sottosegretario Delmastro fa la voce grossa ed esibisce il pugno duro, la situazione nelle carceri è drammatica. Sette rivolte in due mesi, celle devastate ogni giorno e un piano edilizio che si rivela del tutto inadeguato rispetto alla rapidità con cui il sistema perde uomini (infortunatisi in servizio a seguito di aggressioni e interventi) e posti detentivi. In trincea si rischiano ogni giorno la vita e il posto di lavoro perché il DAP non sta accanto alla polizia penitenziaria ma contro. Tra aggressioni e rivolte, la cabina di regia del DAP – composta dal sottosegretario Delmastro al IV piano di Largo Daga, dalla Capo DAP f.f. Lina Di Domenico e dagli “esperti” di piano terra – si dimostra totalmente incapace di fornire soluzioni efficaci e concrete. La nostra sollecitazione ai vertici di fare un esame di realtà è ancora al vaglio degli esperti. Serve il GIS, un gruppo d’intervento sicurezza in ogni sede penitenziaria, un reparto specializzato per l’antidroga, una strategia di contrasto alle aggressioni secondo le coordinate dell’ordinamento. Il 14 bis è il DASPO carcerario, ma non vogliono capirlo. Intanto si continuano a emettere circolari spot. Quella sull’affettività è l’ennesimo oltraggio per tutti e segue quella priva di reali piani di attuazione della chiusura delle sezioni AS. A proposito, ma i direttori delle strutture con le sezioni alta sicurezza rimaste per tanto tempo aperte sono stati attinti da procedimenti disciplinari o il rigore esiste solo nei confronti della Polizia Penitenziaria tanto cara al sottosegretario Delmastro (che la sta smembrando)? In Messico, la situazione non è meno drammatica. A febbraio, una rivolta nel carcere dello Stato di Tabasco ha causato la morte di sette detenuti, con numerosi feriti. Le autorità hanno dovuto impiegare la Guardia Nazionale e l’Esercito per ristabilire l’ordine. Un episodio simile si era già verificato a dicembre 2024 nello stesso carcere, con un bilancio altrettanto grave. Inoltre, a marzo, una rivolta nel carcere di Monterrey ha provocato decine di morti e feriti, evidenziando la fragilità del sistema penitenziario messicano. In Francia, le rivolte nelle carceri hanno assunto una dimensione ancora più inquietante. Diversi penitenziari sono stati presi di mira da incendi e spari di armi automatiche, in particolare a Tolone, Marsiglia, Aix-en-Provence e Villepinte. Secondo le autorità, questi attacchi sembrano essere coordinati e collegati alla strategia anti-narcotraffico del governo. Il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin, si è recato personalmente nel carcere di Tolone per fornire supporto agli agenti. L’antiterrorismo ha avviato un’indagine per comprendere meglio la portata di questi eventi.
È davvero a questi “modelli virtuosi” che guardano Delmastro e Di Domenico nelle loro missioni all’estero con i “consiglieri” al seguito? Se è così, abbiamo ben motivo di preoccuparci.
Un abbraccio fraterno a tutti.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP